Olympic Games - OG 2004 Maschile

Atene









Atene 2004

Dopo la prima edizione del 1896 e dopo l’edizione intermedia del 1906 per la terza volta i Giochi Olimpici ritornano nella loro città natale: Atene.
Atene se li era aggiudicati battendo abbastanza agevolmente la candidatura presentata da Roma, che aveva cercato di riportarli in Italia, ma così purtroppo non era stato.

Mentre le Olimpiadi dell’anno 2000 furono per la marcia i giochi della polemica, quelle del 2004 furono il momento della riconciliazione, dopo l’intenso lavoro fatto nei confronti del CIO, che voleva escludere da marcia dal programma dell’atletica, dalla IAAF determinata a far sì che il programma atletico restasse immutato con le gare di marcia della 20 Km. e della 50 Km. a livello maschile e con la 20 Km. a livello femminile.
Il IAAF Walking Committee, coadiuvato da membri del Council della IAAF avevano collaborato fin dai Campionati Mondiali di Parigi 2003 con uno speciale gruppo di lavoro del CIO nel tenere sotto osservazione la specialità.
La IAAF, per parte sua, dopo le modifiche apportate al regolamento e divenute definitive dopo l’assemblea di Edmonton 2001, aveva ampliato le usuali giurie, dando un peso particolare alla gestione della comunicazione, il che, come avremo modo di osservare, avrebbe portato i suoi frutti.

Saranno nei Giochi gloriosi per i nostro Paese, che 24 anni dopo l’alloro di Maurizio Damilano a Mosca 1980, torneranno a risalire, con Ivano Brugnetti, sul gradino più alto del podio nella distanza dei 20 Km.

Vediamo cosa accadde.


Km. 20 marcia – 20 agosto 2004

1. Ivano BRUGNETTI (ITA) 1:19:40
2. Francisco FERNANDEZ (ESP) 1:19:45
3. Nathan DEAKES (AUS) 1:20:20
4. Jefferson PEREZ (ECU) 1:20:38
5. Juan Manuel MOLINA (ESP) 1:20:55
6. Hongjun ZHU (CHN) 1:21:40
7. Vladimir ANDREYEV (RUS) 1:21:53
8. Andre HOEHNE (GER) 1:21:56

Parziali

Brugnetti: 2 Km. 8:11
4 Km. 16:23
6 Km. 24:26
8 Km. 32:23
10 km. 40:18
12 Km. 48:12
14 Km. 56:05
16 Km. 1:03:58
18 Km. 1:11:47

Fernandez: 2 Km. 8:11
4 Km. 16:23
6 Km. 24:26
8 Km. 32:22
10 km. 40:18
12 Km. 48:12
14 Km. 56:06
16 Km. 1:03:58
18 Km. 1:11:47

Deakes: 2 Km. 8:12
4 Km. 16:24
6 Km. 24:26
8 Km. 32:23
10 km. 40:18
12 Km. 48:12
14 Km. 56:06
16 Km. 1:03:59
18 Km. 1:11:50

Perez: 2 Km. 8:12
4 Km. 16:24
6 Km. 24:26
8 Km. 32:23
10 km. 40:20
12 Km. 48:19
14 Km. 56:08
16 Km. 1:04:03
18 Km. 1:12:08

Molina: 2 Km. 8:15
4 Km. 16:26
6 Km. 24:25
8 Km. 32:25
10 km. 40:25
12 Km. 48:29
14 Km. 56:31
16 Km. 1:04:34
18 Km. 1:12:36

Zhu: 2 Km. 8:12
4 Km. 16:24
6 Km. 24:29
8 Km. 32:24
10 km. 40:21
12 Km. 48:23
14 Km. 56:24
16 Km. 1:04:36
18 Km. 1:12:56


Andreyev: 2 Km. 8:12
4 Km. 16:25
6 Km. 24:28
8 Km. 32:25
10 km. 40:25
12 Km. 48:29
14 Km. 56:24
16 Km. 1:04:52
18 Km. 1:13:21

Hoehne: 2 Km. 8:13
4 Km. 16:24
6 Km. 24:28
8 Km. 32:25
10 km. 40:25
12 Km. 48:29
14 Km. 57:03
16 Km. 1:05:19
18 Km. 1:13:39



Gli iscritti furono 48, provenienti da 27 paesi.

Nella 20 km. quattro furono gli atleti squalificati, comparati ai due che lo erano stati a Sydney nel 2000, ma fortunatamente su queste squalifiche non ci furono polemiche di sorta come quattro anni prima; per altro 3 atleti non terminarono la gara.

La gara, la prima gara dell’intero programma olimpico dell’atletica leggera, era partita alle ore 9:00 di una mattinata di sole, con una temperatura fresca per l’Atene di quei giorni (24°) ed un tasso di umidità accettabilissimo (43%). Ma a fronte di queste condizioni climatiche eccellenti faceva da contraltare la tensione che si sentiva palpabile in tutti gli addetti ai lavori, memori di quanto accaduto quattro anni prima a Sydney e ben consci che essendo la giornata di apertura dell’atletica, gli occhi di tutto il mondo, attraverso le televisioni, erano puntati sulla 20 Km. di marcia. Paradossalmente forse i più sereni erano proprio gli atleti che pensavano solamente a fare la loro gara.

Il passaggio al 6 Km. (in 24:26) vede tutti i migliori assieme in un gruppetto di dieci atleti guidato dallo spagnolo Francisco Fernandez, che assieme all’ecuadoregno Jefferson Perez (Campione Mondiale in Carica a Parigi 2003 e primatista mondiale sulla distanza) è il favorito.
Al 10 Km., su uno strappo dell’italiano Ivano Brugnetti, passano in tre (con Fernandez e l’australiano Nathan Deakes), mentre Perez segue a non più di 5 metri; gli altri cominciano ad accusare dei ritardi. Analoga la situazione al 12 Km., solamente che il distacco di Perez è diventato di una ventina di metri. Nel frattempo il lavoro dei giudici ha comportato la squalifica di Robert Heffernan (IRL).

Nel giro successivo Perez produce il suo massimo sforzo girando al ritmo di 3:09 al Km, compie il giro più veloce e recupera il gap su Brugnetti, Fernandez e Deakes, ritornando a due metri dal terzetto. Sembra di assistere alla fotocopia di quanto accaduto l’anno precedente a Parigi, ma non appena Brugnetti lo vede arrivare non lo lascia respirare e forza l’andatura: Fernandez e Deakes lo seguono.
Al 16 Km. la situazione è la seguente: i primi tre a guidare quasi appaiati, Perez ha nuovamente un distacco attorno ad una ventina di metri e paga lo sforzo del giro precedente.

Passa un altro giro, nel quale tentano l’avventura, prima Deakes, poi Fernandez, poi Brugnetti, ma infine su un ulteriore strappo di Brugnetti, prontamente ricucito da Fernandez l’Italiano e lo Spagnolo riescono a mettere un po’ di luce fra loro e l’australiano; Perez sembra fuori causa per la lotta per le medaglie, avendo ormai 18 secondi di distacco dal terzetto e per di più gravato da una proposta di squalifica. Tra il 16 Km. ed il 18 Km. è stato intanto squalificato mil messicano Noè Hernandez, argento di Sydney, quando viaggiava tra la 5° e la 6° posizione.

La situazione dal punto di vista tecnico è abbastanza strana: oltre Perez anche Fernandez viaggia con una proposta di squalifica (peraltro diretta), Brugnetti non ne ha nessuna, ma ha subito ben tre richiami, come pure Deakes.

Nell’ultimo giro Brugnetti, determinato come non mai strappa ancora, ma Fernandez gli resta incollato alle sue spalle, con Deakes ad alcuni metri, ma sempre in posizione di un possibile recupero.
Passano in quest’ordine all’uscita del circuito: Brugnetti, Fernandez, Deakes. Perez è oramai a oltre 40 secondi e deve guardarsi dal recupero di Juan Manuel Molina, l’altro Spagnolo, che sta viaggiando ad andatura molto più veloce di lui.
Un rapido sguardo di Brugnetti, che nel frattempo ha collezionato un’altra paletta gialla, (ma l’italiano sembra quasi nemmeno guardarle) al tabellone delle squalifiche, giusto il tempo di accorgersi che accanto al n. 2161 (il suo) non c’è alcun segno rosso, mentre ce n’è uno accanto al n. 1578 (quello di Fernandez), e via altro strappo lungo la strada che porta verso lo stadio, nei quali viali si presenta con non più di cinque metri di vantaggio.
Altro richiamo, da parte di quello che è l’ultimo giudice sul percorso,(ma l’atleta italiano non lo sa); Brugnetti annuisce con la testa. Ancora 300 metri ed è finita.
Dopo 150 metri, all’ingresso della porta di maratona, c’è un altro tabellone delle squalifiche: una rapida occhiata ed lo vede sempre immacolato: di richiami si vive, avrà pensato, di proposte di squalifica no e qui non ce n’è nessuna!
Ha quasi 10 metri di vantaggio su Fernandez nel tunnel; sa che lungo il rettilineo d’arrivo c’è il solo Presidente della Giuria che con le nuove regole può intervenire direttamente, e pensa a controllare il proprio vantaggio sullo schermo gigante. D’altra parte Fernandez non può proprio fare di meglio.

Arrivano con otto metri di distacco: si abbracciano, ma probabilmente in uno c’è la gioia, nell’altro la delusione, nuovamente secondo, come l’anno prima dietro Perez, questa volta dietro Brugnetti.

Passano altri 17 secondo e arriva Nathan Deakes, felice come non mai per il bronzo; altri 36 secondi e arriva Jefferson Perez, deluso come non mai: dirà in seguito sola mente questa frase: “Un mal dia”

Molina raccoglie un interessante quinto posto, poi tutti gli altri.
Negli ultimi 100 metri viene squalificato, per aver recuperato in maniera anomala una posizione, l’ecuadoregno Xavier Moreno, mentre tra il 18 Km. ed il 19 Km. era stato squalificato un altro atleta, nelle retrovie, il ceco Jiri Malysa, che viaggiava in ultima posizione.

Gli altri italiani: Marco Giungi con 1.23.30 (la sua 11° prestazione di sempre sulla distanza) ottiene un mediocre 13° posto; rispetto a quanto aveva fatto vedere a Naumburg in Coppa del Mondo ci si attendeva qualche cosa di più da lui, che a lungo era stato in lizza come terzo uomo da inviare ai Giochi con Lorenzo Civallero.

Alessandro Gandellini si ritirerà poco dopo il 16 Km., quando, con il passaggio in 1:06:06 viaggiava in 15° posizione. Assieme a lui un altro nome illustre si era ritirato, tra il 12 Km. ed il 14 Km., quel Bernardo Segura, vincitore poi squalificato quattro anni prima a Sydney, e mai in gara ad Atene.

Non fosse stato per la vittoria di Brugnetti, che ha illuminato questa 20 Km., la spedizione Italiana sarebbe stata abbastanza sterile.



Km. 50 marcia – 27 agosto 2004

1. Robert KORZENIOWSKI (POL) 3:38:46
2. Denis NIZHEGORODOV (RUS) 3:42:50
3. Aleksey VOYEVODIN (RUS) 3:43:34
4. Caohong YU (CHN) 3:43:45
5. Jesus Angel GARCIA (ESP) 3:44:42
6. Roman MAGDZIARCZYK (POL) 3:48:11
7. Grzegorz SUDOL (POL) 3:49:09
8. Santiago PEREZ (ESP) 3:49:48

Parziali

Korzeniowski: 10 Km. 44:48
20 Km. 1:27:54
30 Km. 2:10:57
40 Km. 2:53:42

Nizhegorodov: 10 Km. 45:48
20 Km. 1:27:54
30 Km. 2:10:57
40 Km. 2:54:33

Voyevodin: 10 Km. 45:57
20 Km. 1:29:25
30 Km. 2:13:45
40 Km. 2:56:31

Yu: 10 Km. 44:49
20 Km. 1:27:54
30 Km. 2:10:58
40 Km. 2:56:26

Garcia: 10 Km. 44:58
20 Km. 1:29:25
30 Km. 2:13:51
40 Km. 2:59:43

Magdziarczyk: 10 Km. 45.21
20 Km. 1:30:19
30 Km. 2:15:02
40 Km. 3:00:13

Sudol: 10 Km. 45:22
20 Km. 1:30:26
30 Km. 2:15:28
40 Km. 3:02:35

Perez: 10 Km. 46:00
20 Km. 1:31:41
30 Km. 2:17:30
40 Km. 3:02:35


Gli iscritti furono 54, provenienti da 29 paesi.

La gara in se stessa fu abbastanza semplice e monotona.
Erano partiti in testa sei atleti (Korzeniowski, Nizhegorodov, Yu, Fadejevs, Erm e Deakes) seguiti a poca distanza, al 5 Km. da Voyevodin e Garcia.
Al 10 Km la situazione non è cambiata. Poco dopo viene squalificato il giapponese Tanii che viaggiava in 23° posizione.
Per altri 10 Km. la gara si trascina stancamente: solo uno strappo verso il 18° Km. fa sì che Fadejevs debba abbandonare la compagnia.
Al 30 Km. passano assieme in quattro (Korzeniowski, Nizhegorodov, Yu e Deakes) con Erm ad una manciata di secondi.
Deakes e Erm sono però gravati da due proposte di squalifica, e poco dopo mentre sono rispettivamente in terza posizione ed in quinta vengono squalificati.
Fedejevs è ormai fuori da ogni gioco e perde sempre di più terreno.
Jefferson Perez, che aveva tentato l’avventura del raddoppio, non è mai in gara e viaggia attorno alla 11° posizione.
Il caldo si fa sentire.

Verso il 35 Km. Korzeniowski allunga e la gara, per quanto concerne la vittoria è terminata: il polacco si invola verso il suo quarto oro olimpico.
Dietro a lui, Nizhegorodov tiene fino al 40 Km. quando accusa meno di un minuto di ritardo, con il cinese Yu a sua volta distanziato ancora di due minuti, mentre da dietro sta rinvenendo con una saggia gara l’esperto Voyevodin.
Fino al 49 Km. le posizioni sono stabilizzate, solamente Voyevodin guadagna sempre di più terreno sul cinese.

Korzeniowski copre gli ultimi 5 Km scioltezza (22:56); bisogna attendere oltre quattro minuti per vedere arrivare un barcollante e disidratato Nizhegorodov, che impiega oltre due minuti per percorrere gli ultimi 300 metri dal raccordo del circuito allo Stadio.

Ma le sorprese non sono terminate. Per il bronzo un volitivo Voyevodin supera a 250 metri dall’arrivo il cinese Yu, che non accenna ad alcuna reazione tanto è stremato, e completa il podio.

Dopo il cinese ad un minuto arriva il 35enne Jesus Angel Garcia.

L’Italia aveva presentato ai Giochi, nella 50 Km., un solo atleta Giovanni de Benedictis alla sua quinta partecipazione olimpica: era stato più che altro un premio alla carriera.
Il sui miglior tempo dell’anno, ottenuto a Termoli alcuni mesi prima (3:50:50), lasciava sperare solamente in un piazzamento attorno alla 10° posizione, tra quelli che in gergo si chiamano i “semifinalisti”.
Purtroppo le sue condizioni tecniche, in particolare il bloccaggio del ginocchio, non venne accettato da quella giuria, come fra l’altro era avvenuto in terra di Svezia nei Campionati Mondiali del 1995.
Con sei richiami e tre proposte di squalifica alle 8.32 terminò amaramente la sua storia di atleta: la sua stella aveva brillato intensamente solamente in due stagioni (nel 1992 e nel 1993). Problemi fisici e muscolari, e problemi tecnici completarono le controprestazioni di quello che agli inizi era stato considerato come l’erede di Maurizio Damilano.
Sfortunatamente per lui, ma fortunatamente per la marcia italiana, la sua avventura olimpica si era conclusa nei Giochi della vittoria di Brugnetti: l’amarezza venne quindi velocemente metabolizzata, come del resto era avvenuto a Goteborg dopo la vittoria di Michele Didoni.