Olympic Games - OG 2000 Femminile

Sydney









Sydney 2000

Dopo 34 anni i Giochi Olimpici ritornano in Oceania, ed in Australia in particolare.

Le Olimpiadi dell’anno 2000 saranno per la marcia i giochi della polemica, quasi che il “baco dei software” si fosse abbattuto sulla specialità e si fosse trasformato in “walking bug”

Km. 20 marcia women – 28 settembre 2000

1. Wang LIPING (CHN) 1:29:05 OR
2. Kjersti PLATZER (NOR) 1:29:33
3. Maria VASCO (ESP) 1.30:23
4. Erica ALFRIDI (ITA) 1:31:25
5. Guiadalupe SANCHEZ (MEX) 1:31:33
6. Norica CIMPEAN (ROM) 1.31:50
7. Kerry SAXBY-JUNNA (AUS) 1:32:02
8. Tatyana GUDKOVA (RUS) 1:32:35

Parziale

Liping: 2 Km. 9:13
4 Km. 18:22
6 Km. 27:20
8 Km. 36:03
10 km. 44:55
12 Km. 53:51
14 Km. 1:02:30
16 Km. 1:11:19
18 Km. 1:20:11

Platzer: 2 Km. 9:13
4 Km. 18:21
6 Km. 27:19
8 Km. 36:03
10 km. 44:55
12 Km. 53:51
14 Km. 1:02:25
16 Km. 1:11:15
18 Km. 1:20:17

Vasco: 2 Km. 9:13
4 Km. 18:22
6 Km. 27:23
8 Km. 36:16
10 km. 45:12
12 Km. 54:05
14 Km. 1:03:01
16 Km. 1:11:59
18 Km. 1:21:08

Alfridi: 2 Km. 9:13
4 Km. 18:20
6 Km. 27:19
8 Km. 36:02
10 km. 44:55
12 Km. 53:52
14 Km. 1:03:01
16 Km. 1:12:18
18 Km. 1:21:47

Sanchez: 2 Km. 9:13
4 Km. 18:20
6 Km. 27:20
8 Km. 36:06
10 km. 45:04
12 Km. 54:04
14 Km. 1:03:12
16 Km. 1:12:33
18 Km. 1:22:05

Cimpean: 2 Km. 9:13
4 Km. 18:20
6 Km. 27:20
8 Km. 36:08
10 km. 45:03
12 Km. 54:14
14 Km. 1:03:28
16 Km. 1:12:59
18 Km. 1:22:21

Saxby-Junna: 2 Km. 9:13
4 Km. 18:21
6 Km. 27:20
8 Km. 36:13
10 km. 44:59
12 Km. 54:05
14 Km. 1:03:14
16 Km. 1:12:32
18 Km. 1:22:05

Gudkova: 2 Km. 9:13
4 Km. 18:21
6 Km. 27:20
8 Km. 36:03
10 km. 44:55
12 Km. 53:56
14 Km. 1:03:13
16 Km. 1:12:57
18 Km. 1:22:49


Le iscritte furono 47, provenienti da 31 paesi.

La gara delle gare, il festival delle squalifiche: infatti la squalifica fu il “leit motiv” di questa gara.

La gara parte alle 10:45 con un cielo un po’ nuvoloso una temperatura di 17° Celsius ed un elevato tasso di umidità (93%).
I primi 10 Km. non dicono quasi nulla: il gruppo delle migliori atlete passa compatto in 44:54 guidato dalla cinese Liu Hongyu; al momento tutte le atlete sono ancora in gara.

Al 14 Km. ancora il gruppo delle migliori è compatto ed è guidato dalla Norvegese Platzer, mentre la cinese Liu Hongyu nel frattempo ha già subito due proposte di squalifica (la prima alle 11:29, la seconda alle 11:33). Nel frattempo è stata già squalificata alle 11.38 la canadese Janice McCaffrey, atleta non fra le favorite.
Tra le favorite, oltre alla cinese con due proposte di squalifica, Jane Saville, l’idolo locale, ne ha subito una diretta alle 11:39 ed una la subisce proprio al 14 Km. dopo un richiamo alle ore 11:47. Elisabetta Perrone viaggia immune da proposte di squalifica, ma con due richiami per sospensione.

Al 16 Km., passato in 1:11:07 alle 11:56 è ancora Liu Hongyu a guidare il gruppo. Nel frattempo alle 11:49 è stata squalificata la messicana Graciela Mendoza, anch’essa non tra le favorite. Nel frattempo l’italiana Elisabetta Perrone è gravata da una proposta di squalifica, per sospensione.

Passano alcuni minuti ed inizia il “quarto d’ora più devastante della storia della marcia olimpica femminile”.
Alle 11:59 viene squalificata Liu Hongyu mentre è in testa, ma sta per essere raggiunta da Elisabetta Perrone, che è seguita ad una ventina di metri da Jane Saville.
Per circa 200 metri Elisabetta Perrone sembra aver partita vinta, stacca la Saville e s’invola tranquilla verso quello che crede sia il suo risultato più bello della carriera: la vittoria olimpica.

Non sa ancora, invece, che è già squalificata: infatti, alle 11.56 ed alle 11:57, sono pervenute quasi contemporaneamente due proposte di squalifica sempre per sospensione (una delle quali diretta), che sommate alla precedente, fanno sì che quella che è considerata una delle più corrette marciatrici di ogni tempo esca dai Giochi. Alle ore 12.00 il caso vuole che la paletta rossa le sia presentata proprio dal giudice italiano, che in questi Giochi opera come presidente della giuria.
Lei si ferma, ma, un attimo dopo. poiché sul tabellone delle squalifiche accanto al suo numero appare ancora solamente un bollino rosso, riprende a marciare, credendo si tratti di un errore commesso dal giudice. Riprende la ventina di metri che Jane Saville le aveva dato, dopo il primo momento di sorpresa per la squalifica, la stacca nuovamente di un’altra ventina di metri, ma ritornando sul percorso il giro successivo, rivede il tabellone con i tre bollini rossi, e capisce che la sua gara è proprio terminata.

Sembra fatta per Jane Saville, che gestisce la sua gara, ben sapendo di essere a rischio da più di 20 minuti con due proposte di squalifica che gravano su di lei.

Nel frattempo, nella lotta per le altre medaglie, da dietro rinvengono la cinese Wang Liping (anch’essa gravata da cinque richiami e due proposte di squalifica: una alle ore 11:47 e l’altra alle ore 12:01), la norvegese Kjersti Platzer (con un solo richiamo e nessuna proposta di squalifica) e la spagnola Maria Vasco (con due soli richiami e nessuna proposta di squalifica).

Passano 10 interminabili minuti. Lo schermo gigante dello stadio proietta le immagini della Saville che si avvicina, imprendibile, al traguardo.
Ma a 120 metri dall’arrivo, all’ingresso del tunnel che immette sulla pista, la Saville incontra il presidente di giuria, che, memore di quanto avvenuto tardivamente nella gara maschile si era appostato in quella posizione per ogni eventuale evenienza, in quale, dopo aver ricevuto la terza proposta di squalifica fin dalle ore 12:08 (i controlli relativi però hanno comportato quasi 5 minuti), le impedisce l’ingresso da vincitrice e la relega tra le squalificate.

Vince quindi la cinese Wang Liping, argento a Kjersti Platzer, bronzo a Maria Vasco, che precede l’altra italiana Erica Alfridi in recupero dopo una crisi verso il 16 Km.

L’altra italiana in gara Annarita Sidoti, si era ritirata verso il 12 Km.

Montano le polemiche sia da parte del clan italiano che da quello australiano, entrambi si sentono defraudati di una vittoria ormai sicura.

La realtà è che la sconfitta più grande la subisce l’immagine della marcia, che rischia l’esclusione della specialità dai Giochi Olimpici.
Con fatica il Consiglio della IAAF, coadiuvato dal Walking Committee, ora presieduto da Maurizio Damilano, riesce a ricondurre la specialità nel suo alveo, dopo un cambio di normative che riguardano in particolare la gestione della gara, mentre la sostanza del gesto tecnico, riconosciuta come corretta da tutti, rimane immutata.