Olympic Games - OG 1920 Maschile

Anversa






Terminata la prima guerra mondiale ritroviamo i giochi olimpici ad Anversa nel 1920.
In questa edizione vennero disputate due gare di marcia:
1. Metri 3.000 in pista il 21.8.1920
2. Metri. 10.000 in pista il 18.8.1920

Ecco cosa accadde.

Metri 10.000 – 18 agosto 1920

1. Ugo FRIGERIO (ITA) 48:06.2
2. Joseph PEARMAN (USA) 49:40.2
3. Charles GUNN (GBR) 49:43.9
4. Cecil MCMASTER (RSA) 50:04.0
5. William HEHIR (GBR) 50:11.8
6. Thomas MARONEY (USA) 50:24.4
7. Jean SEGHERS (BEL) 50:32.4
8. Antoine DOYEN (BEL) 56.30.0


Gli iscritti furono 23, provenienti da 13 paesi

Frigerio vinse la prima batteria con il tempo strabiliante di 47:06.4 prima che la giuria realizzasse che tutti gli atleti avevano effettuato solamente 24 giri anziché 25.
Il tempo avrebbe dovuto essere circa 49.10 per l’intera gara dei m. 10.000, in ogni caso molto buono anche comparandolo con quello del vincitore della seconda batteria, l’inglese William Hehir (in 51:33.8).
Nella finale (con 11 atleti alla partenza) lo statunitense Joseph Pearman condusse la gara nella prima parte per circa 10 dei 25 giri. Frigerio (il primo Km. venne coperto in 4.28), dopo averlo raggiunto, tirò il fiato per un giro e poi di scatto partì facendoli vuoto dietro di se; vinse con più di mezzo giro di vantaggio.
Non altrettanto fortunata fu l’avventura dell’altro italiano partecipante (milanese anch’egli come Frigerio) Donato Pavesi: venne squalificato dal giudice Australiano (allora i giudici erano indipendenti nelle squalifiche), dopo che era risalito in terza posizione. Sul rettilineo d’arrivo lo tirò per un braccio e lo tolse dalla gara di fronte alla tribuna della stampa.

Metri 3.000 – 21 agosto 1920

1. Ugo FRIGERIO (ITA) 13:14.2 OR
2. George PARKER (AUS) 13:19.6
3. Richard REMER (USA) 13:22.2
4. Cecil MCMASTER (RSA) 13:23.6
5. Thomas MARONEY (USA) 13:25.0
6. Charles DOWSON (GBR) 13:28.0
7. William HEHIR (GBR) 13:29.8
8. William ROELKER (USA) 13:30.4


Gli iscritti furono 22, provenienti da 11 paesi

Frigerio e Pavesi vinsero le due batterie rispettivamente con i tempi di 13:40.2 e 13:46.8.
Il non ancora diciannovenne Frigerio era il favorito per la finale rispetto al più anziano compatriota (Pavesi era nato a Milano il 19.8.1889). Prima della partenza, Frigerio si avvicinò al direttore della banda situata nel campo per sostenere gli atleti, e gli passò alcuni spartiti musicali con la preghiera di suonarli e quindi si presentò sulla linea di partenza.
La musica venne suonata e Frigerio, dopo aver condotto una gara di testa ed essersi liberato verso metà gara dell’australiano George Parker si avviò a vincere il suo secondo alloro olimpico con una ventina di metri di vantaggio.
Pavesi, che nel frattempo si era piazzato sesto (in 13.27.6) venne, dopo l’arrivo, squalificato per la seconda volta.

La gara dei metri 3.000 non venne più disputata nelle Olimpiadi seguenti.

Fu l’inizio di un cammino trionfale per la marcia italiana, un cammino però che non sempre fu un sentiero di seta fra le rose; le squalifiche di Donato Pavesi fecero di contraltare alle bellissime vittorie di Frigerio: la storia si ripeterà, ma, in ogni caso, è la storia della specialità.