Olympic Games - OG 1968 Maschile
Città del Messico
A Baden Baden nella sessione del CIO del 30 ottobre 1963 vennero assegnati i Giochi Olimpici del 1968 a Città del Messico, che sui 58 voti disponibili ne raggruppò 30.
Giocò certamente a favore dell’assegnazione la volontà di conoscere ed approfondire gli studi sugli effetti dell’altitudine sulle prestazioni degli atleti.
Per acclimatarsi all’altitudine i dirigenti messicani organizzarono, negli anni precedenti, tre settimane sportive internazionali.
Anche i Giochi messicani però conobbero le loro forche caudine con manifestazioni di piazza di studenti a lavoratori, la più grave delle quali venne soffocata nel sangue e con la protesta dei dirigenti africani che minacciarono di boicottare gli stessi se non fossero stati espulsi dal CIO i sudafricani.
A fatica le cose vennero sistemate ed il 12 ottobre 1968 i giochi vennero dichiarati aperti.
Anche le gare vennero però turbate da avvenimenti extra-sportivi: la protesta del 1° e del 3° dei metri 200 piani Tommie Smith e John Carlos è rimasta negli annali della storia.
L’impressione fu sconcertante e suscitò ovviamente reazioni opposte.
La marcia vide campioni nuovi ed anziani dividersi le medaglie, ma mentre i primi dominarono nella gara più lunga, la 20 Km. restò ad appannaggio dei campioni già affermatisi.
Vediamo cosa accadde.
Km. 20 marcia – 14 ottobre 19684
1. Volodymyr GOLUBNICHIY (URS) 1:33:58.4 (UKR)
2. José PEDRAZA (MEX) 1:34:00.0
3. Nikolay SMAGA (URS) 1:34:03.4 (UKR)
4. Rudy HALUZA (USA) 1:35:00.2
5. Gerhard SPERLING (GDR) 1:35:27.2
6. Otto BARCH (URS) 1:36:16.8 (UKR)
7. Hans-Georg REIMANN (GDR) 1:36:31.4
8. Stefan INGVARSSON (GBR) 1:36:43.4
Parziali
Golubnichiy: 5 Km. 23:12
10 Km. 46:55
15 Km. 1:10:19
Pedraza: 5 Km. 23:16
10 Km. 47:13
15 Km. 1:10:54
Smaga: 5 Km. 23:12
10 Km. 46:55
15 Km. 1:10:19
Haluza: 5 Km. 23:11
10 Km. 47:07
15 Km. 1:10:42
Sperling: 5 Km. 23:15
10 Km. 47:14
15 Km. 1:11:12
Bartch: 5 Km. 23:41
10 Km. 47:21
15 Km. 1:11:12
Reimann: 5 Km. 23:13
10 Km. 47:20
15 Km. 1:11:54
Ingvarsson: 5 Km. 23:22
10 Km. 47:54
15 Km. 1:12:22
Gli iscritti furono 33, provenienti da 20 paesi.
Durante la stagione i Sovietici ed i Tedeschi dell’Est erano stati i più veloci, pur tuttavia la prestigiosa rivista americana “Track and Field News” segnalava che “c’è un talentuoso marciatore messicano chiamato José Pedraza che parte per dare al suo paese la sua prima medaglia nell’atletica di sempre”
Ai 5 Km. leader era, a sorpresa, l’americano Haluza in 23:11, ma già a metà gara Golubnichiy e Smaga avevano 12 secondi di vantaggio sull’americano che marciava assieme al messicano Pedraza, seguito come un’ombra da Sperling.
Le posizioni cambiarono molto poco al 15° Km., eccetto che Sperling cominciava a perdere terreno.
Ma il messicano aveva aumentato la propria andatura ed incitato da una folla entusiasmante avvicinava sempre di più i due battistrada tanto che quando Golubnichiy e Smaga entrarono nella stadio era solamente 30 metri dietro a loro.
Pedraza raggiunse Smaga nell’ultimo giro e lo passò andando ad insidiare in un visibilio di folla, ma rischiando anche oltre il lecito, il primo posto di Golubnichiy terminando a 4 metri da lui con una forte stizza per non essere riuscito a raggiungerlo.
Mai prima di allora nessuno era terminato a nove secondi dal vincitore, ma qui a Città del Messico il terzo sia era piazzato a 5 secondi dal primo.
L’Italia era stata rappresentata nella 20 Km. dal solo Pasquale Busca, che si era guadagnato la convocazione per i Giochi Olimpici a Katovice (POL) dove aveva battuto sia Abon Pamich che Vittorio Visini.
L’allora Commissario Tecnico della nazionale, il triestino Giorgio Oberweger (che fra l’altro in qualità di Presidente del Comitato Mondiale della Marcia di allora, fu anche il presidente di giuria in questa 2° Km. olimpica) aveva visto in lui una solida speranza per il futuro.
Concluse la sua gara in dodicesima posizione a poco meno di quattro minuti dal vincitore. Aveva fatto bene soprattutto nella prima metà della gara restando sempre nel gruppo che seguiva i migliori.
Km. 50 marcia – 17 ottobre 1968
1. Christoph HOHNE (GDR) 4:20:13.6
2. Antal KISS (HUN) 4:30:17.0
3. Larry YOUNG (USA) 4:31:55.4
4. Peter SELSER (GDR) 4:33:09.8
5. Stig-Erik LINDBERG (SWE) 4:34:05.0
6. Vittorio VISINI (ITA) 4:36:33.2
7. Brian ELEY (GBR) 4:37:32.2
8. José PEDRAZA (MEX) 4:37:51.4
Parziali
Hohne: 10 Km. 50:49
20 Km. 1:43:53
30 Km. 2:35:57
40 Km. 3:26:24
Kiss: 10 Km. 51:49
20 Km. 1:45:03
30 Km. 2:39:57
40 Km. 3:33:53
Young: 10 Km. 52:27
20 Km. 1:46:39
30 Km. 2:41:45
40 Km. 3:34:41
Selzer: 10 Km. 51:00
20 Km. 1:44:16
30 Km. 2:40:01
40 Km. 3:35:04
Lindberg: 10 Km. 52:22
20 Km. 1:47:23
30 Km. 2:42:54
40 Km. 3:37:32
Visini: 10 Km. 51.42
20 Km. 1:46:10
30 Km. 2:43:41
40 Km. 3:38:20
Eley: 10 Km. 53:33
20 Km. 1:48:27
30 Km. 2:45:17
40 Km. 3:40:23
Pedraza: 10 Km. 52:27
20 Km. 1:46:47
30 Km. 2:45:14
40 Km. 3:44:41
Gli iscritti furono 36, provenienti da 19 paesi.
Dopo “essere saltato” a Tokyo nel 1964, il vincitore della Coppa del Mondo (allora Trofeo Lugano) del 1967, Hohne partì determinato per dimenticare il suo errore a Tokyo.
Lui, Paul Nihil e Gennadiy Agapov furono i leaders nella prima parte della gara, con Nihil che ai 20 Km. aveva due secondi di vantaggio su tutti.
Agapov cominciò a scivolare nella classifica dopo il 25 Km. e lo stesso capitò a Paul Nihil verso il 30 Km.: entrambi avevano sottovalutato gli effetti dell’altitudine.
Il margine di Hohne al 30 Km. era di 1:35, ma al 40 Km. era aumentato a 4:58 che diventò un eclatante 10:03.4 all’arrivo, il più grande scarto tra il primo ed il secondo nella storia dei Giochi Olimpici.
L’ungherese Antal Kiss marciò con avvedutezza e determinazione e riuscì a tenere a bada l’esuberante americano Larry Young che era balzato fuori dal gruppetto degli inseguitori negli ultimi 20 Km.
Gli italiani in gara furono Abdon Pamich (allora 35enne) ed il giovane abruzzese di 23 anni Vittorio Visini.
Fu appunto il giovane abruzzese, pur alla sua prima esperienza olimpica, a raccogliere per gli italiani il miglior risultato terminando in sesta posizione a 14:20 dal vincitore.
Timoroso di forzare troppo, aveva iniziato la gara ad andatura modesta e già al 5 Km. aveva tre minuti di distacco dai battistrada.
La situazione rimase invariata fino al 20 Km., quando l’altro azzurro, Abdon Pamich, tormentato ancora dai dolori viscerali si dovette ritirare.
Al 30 Km. Visini aveva otto minuti dai battistrada, e nonostante la temperatura stesse cambiando da un torrido ad un fresco oltre la media, Visini non riuscì a recuperare.
Ebbe comunque un brillante finale riuscendo a tenere a bada i suoi avversari più pericolosi.
La vecchia guardia di marciatori si era sciolta di fronte ad una nuova generazione di marciatori: fra i tanti che non terminarono la gara, oltre a Pamich, anche Nihil e Agapov, a testimonianza, purtroppo, che il tempo passa per tutti.