Olympic Games - OG 1960 Maschile
Roma
Il 15.6.1955 una delegazione italiana formata dal presidente del Coni, Giulio Onesti, dal Segretario Generale, Bruno Zauli, dal Sindaco di Roma, Salvatore Rebecchini presentò a Parigi la candidatura di Roma.
Successivamente il 20.11.1958 la Giunta Esecutiva del Coni nominò l’On. Giulio Andreotti presidente del Comitato Organizzatore., ed il comitato fu costituto il 25.2.1959.
Il 25.8.1960, con le note dell’Inno al Sole di Pietro Mascagni, si aprirono i giochi di Roma, e il tripode venne acceso da Adolfo Consolini, allora 43enne.
L’Italia era finalmente riuscita ad avere i suoi Giochi Olimpici.
Vediamo cosa accadde.
Km. 20 marcia – 2 settembre 1960
1. Volodymyr GOLUBNICHIY (URS) 1:34:07.2 OR (UKR)
2. Noel FREEMAN (AUS) 1:34:16.4
3. Stan VICKERS (GBR) 1:34:56.4
4. Dieter LINDNER (GER-GDR) 1:35:33.8
5. Norman READ (NZL) 1:36:59.0
6. Lennart BACK (SWE) 1:37:17.8
7. John LJUNGGREN (SWE) 1:37:59.0
8. Ladislav MOC (TCH) 1:38:32.4
Parziali
Golubnichiy: 5 Km. 22:26
10 Km. 45:14
15 Km. 1:08:42
Freeman: 5 Km. 22:19
10 Km. 45:37
15 Km. 1:09:47
Vickers: 5 Km. 22:40
10 Km. 47:18
15 Km. 1:10:01
Lindner: 5 Km. -
10 Km. -
15 Km. 1:10:35
Gli iscritti furono 36, provenienti da 18 paesi.
Golubnichiy (classe 1936 – Ucraino di Sumi) aveva stabilito il secondo tempo di sempre sui 20 Km. nel 1955, quando era ancora teen-ager, ma nel 1956 era stato infortunato e così la sua olimpiade era andata perduta.
Venne, a sorpresa selezionato, nonostante fosse arrivato appena quinto ai Campionati Sovietici, ma si era preparato per una gara con condizioni atmosferiche calde.
E la giornata romana fu appunto calda (oltre 30°) e con l’umidità che sfiorava l’80%.
La gara si svolse su un circuito da percorrersi 13 volte partendo dallo Stadio Olimpico, Viale dei Gladiatori, Via Morra di Lauriano, si arrivava sul circuito vero e proprio: Viale delle Olimpiadi, Via Napoleone Canevaro, Lungotevere Maresciallo Cadorna, Via Morra di Lauriano. Il totale del circuito erano km. 16,9. Il resto era dato dal raccordo di andata e ritorno allo stadio.
Noel Freeman fu il primo ad uscire dallo stadio, ma al Km. 5 aveva solamente 7 secondi di vantaggio su Ken Matthews (GBR) e su Golubnichiy.
A metà gara Golubniciy era in testa con 20 secondi di vantaggio su Matthews, 23 secondi sull’australiano e quasi un minuto sull’altro sovietico (per altro Campione nazionale della 20 Km.) Gennadiy Solodov che stava impressionando con una rimonta entusiasmante.
Seguivano Vickers e Lindner.
A tre quarti di gara Golubnichiy e Solodov erano in testa alla gara con 1:05 di vantaggio su Freeman, mentre Matthews era stato costretto al ritiro per problemi ad una gamba.
Poco dopo il Km. 17 il colpo di scena del ritiro di Solodov e per Golubniciy inizia la marcia trionfale che lo porterà all’alloro olimpico; non fu una passeggiata perché dovette rintuzzare i continui attacchi dell’australiano che arrivò secondo ad appena 9 secondi, chiudendo l’ultimo quarto di gara in maniera a dir poco sorprendente e forse tardiva.
Seguirono Vickers, Lindner ed, al quinto posto, il vincitore della 50 Km. di Melbourne 1956, Norman Read.
Il primato della gara però rimase saldamente sulle spalle di Spirin: Golubniciy non era riuscito anche nell’impresa di migliorarlo.
All’ottavo posto si piazzò un cecoslovacco, Ladislav Moc, che, poi terminata la carriera atletica, si dedicherà al giudizio.
Sarà, fra l’altro giudice in quel di Spalato, ai Campionati Europei del 1990 e terminerà la sua carriera con la presidenza della Giuria dei Giochi Olimpici di Atlanta 1996.
Gli italiani non furono tra i protagonisti.
Già al Km. 10 erano fuori dalla lotta, e senza speranza alcuna di inserimento nelle prime quindici posizioni.
Stefano Serchinich si classificò 21° a quasi 10 minuti dal vincitore.
Luigi De Rosso lo seguì al 22° posto a quasi 11 minuti.
Gianni Corsaro infine si piazzò al 26° posto ad oltre 12 minuti.
Strano, ma vero, (e fu la delusione per il pubblico romano) il piazzamento degli italiani, che patirono più degli altri il caldo e l’umidità.
Km. 50 marcia – 7 settembre 1960
1. Don THOMPSON (GBR) 4:25:30.0 OR
2. John LJUNGGREN (SWE) 4:25:47.0
3. Abdon PAMICH (ITA) 4:27:55.4
4. Alexsandr SHCHERBINA (URS) 4:31:44.0 (UKR)
5. Tom MISSON (GBR) 4:33:03.0
6. Alex OAKLEY (CAN) 4:33:08.6
7. Giuseppe DORDONI (ITA) 4:33:28.8
8. Zora SINGH (IND) 4:37:45.0
Parziali
Thompson: 10 Km. 51:39
20 Km. 1:43:36
30 Km. 2:37:31
40 Km. 3:31:40
Ljunggren: 10 Km. 52:30
20 Km. 1:44:45
30 Km. 2:38:05
40 Km. 3:31:46
Pamich: 10 Km. 53:07
20 Km. 1:46:19
30 Km. 2:40:51
40 Km. 3:33:40
Shcherbina:10 Km. -
20 Km. 1:44:36
30 Km. 2:38:29
40 Km. 3:33:46
Misson: 10 Km. -
20 Km. -
30 Km. 2:43:29
40 Km. 3:37:25
Oakley: 10 Km. 52.35
20 Km. 1:46:19
30 Km. 2:41:21
40 Km. 3:37:23
Dordoni:10 Km. 53:41
20 Km. -
30 Km. -
40 Km. -
Singh: 10 Km. 51:24
20 Km. 1:43:28
30 Km. 2:41:18
40 Km. 3:37:31
Gli iscritti furono 39, provenienti da 20 paesi.
Solo questa gara di Roma può contare la presenza, alla partenza, di ben 5 campioni olimpici di cinque edizioni consecutive dei giochi dal 1948 al 1964.
Il percorso era un tracciato di andata e ritorno.
Dallo stadio Olimpico si percorrevano il lungotevere Maresciallo Cadorna, della Vittoria, Oberdan, delle Armi, Michelangelo Mellini, Castello, Gianicolense, Farnesina, Sanzio, Anguillara e Ripa) e poi, dopo aver attraversato il Tevere a Ponte Marconi, si proseguiva sulla Via del Mare fino ad Acilia da dove si svoltava per il ritorno attraverso la stessa via.
Don Thompson si era ritirato nel 1956 a Melbourne nel 1956 quando era in quinta posizione al 45° Km.
Si racconta che si allenò per i Giochi di Roma esercitandosi nel suo bagno con condizionatori elettrici ad una temperatura di 40° Celsius per simulare le condizioni di Roma.
Alla partenza i leaders furono Zora Singh, i due australiani Noel Freeman e Ron Crawford e Georgiy Klimov (URS). Precedevano di una quindicina di secondi Thompson e Norman Read, mentre Pamich era appena in nona posizione.
A metà gara la situazione era cambiata radicalmente. Freeman e Klimov erano già stati squalificati, Zora Singh e Ron Crawford avevano ceduto posizioni, con il risultato che venne a trovarsi in testa alla gara Don Thompson, seguito a 1:37 da Ljunngren che a sua volta era incalzato dal sovietico Shcherbina, mentre Pamich si trovava in settima posizione a 3:14 dall’inglese.
Tra il 25° ed il 35° Km. l’anziano marciatore svedese (Ljunngren avrebbe festeggiato il suo 41° compleanno due giorni dopo) produsse il suo massimo sforzo e riuscì a raggiungere e superare Thompson di 4”; lo seguivano Shcherbina a 1:04 e Pamich, che intanto era risalito in quarta posizione, a 3:27.
Gli altri marciatori, con Oakely in testa al gruppo, erano ad oltre 5 minuti.
Dordoni era 10° con un distacco di 8 minuti.
Al 40° Km. Thompson ritornò in testa alla gara, seppure solamente di 6”; Pamich nel frattempo aveva superato Shcherbina anch’egli di 6”.
Altri 5 Km. di testa a testa tra i primi due che marciavano a pochissimi metri di distanza in una gara che appariva drammatica e piena di pathos: al 45° Km. 1” divideva il britannico dallo svedese, e pure Abdon Pamich si era rifatto sotto avendo ridotto il suo distacco ad 1:18, ma la sua rimonta purtroppo sarebbe risultata tardiva.
Dopo il 45° Km. Thompson allungò ancora e riuscì a distanziare all’arrivo l’anziano rivale di 17”, mentre Pamich, che negli ultimi chilometri aveva ceduto un po’, conquistò il bronzo con 2:25.4 di distacco dal vincitore.
Il sovietico Shcherbina fu quarto ad oltre 6 minuti dal vincitore.
Giuseppe Dordoni, con una seconda parte di gara coraggiosa e bellissima, riusciva a chiudere in settima posizione.
Il terzo degli italiani fu Antonio De Gaetano, scomparso quest’anno pochi giorni prima dell’inizio dei Campionati Mondiali di Osaka, che terminò in 10° posizione ad oltre 15 minuti dal vincitore.
Dei 39 atleti partiti, cinque si ritirarono, mentre sei vennero squalificati.
Il pubblico romano fu il vero protagonista; tentò in tutti i modi di incitare Pamich, sembrava quasi volesse spingerlo verso quel successo olimpico che solamente quattro anni dopo avrebbe finalmente raggiunto.