Lo scorso 11 marzo avevamo fatto la seconda delle nostre analisi sulle prime edizioni delle staffette della “Maratona di marcia” dopo la prova che si era svolta in Spagna a Valencia.
Nella nostra analisi ci dichiaravamo fermamente convinti cha il fattore determinante per vincere l’oro ai Giochi Olimpici avrebbe dovuto essere “la solidità tecnica” della squadra. Ne abbiamo avuto la prova.
Invitiamo i nostri lettori a rileggersi la nostra analisi ( cliccare su questo link )
Avevamo concluso dicendo che. se l’obiettivo di World Athletics era quello che il vincitore esprimesse la marcia più accettabile, ammettevamo che le penalità individuate concorrevano perfettamente al raggiungimento di questo obiettivo.
Bene, oggi ne siamo convinti ancora di più.
Analisi
Abbiamo analizzato l’andamento della gara di sei squadre: quelle che hanno ottenuto le medaglie (Italia 2, Giappone, e Spagna) e quelle che noi vedevamo tra le favorite ma che purtroppo hanno avuto delle controprestazioni (Brasile, Cina e Cina 2).
In tutte queste analisi il comune denominatore che ha portato alla vittoria (o alla controprestazione) è stato la “solidità tecnica” durante la gara.
Analizziamo prima le controprestazioni con la seguente tabella
I nostri lettori potranno facilmente rilevare che la prima sosta nella Penality Zone è quella che praticamente esclude dal gioco delle medaglie la squadra.
Dalla tabella precedente abbiamo rilevato che:
- Brasile, che al passaggio del testimone della quarta frazione era in seconda posizione, aveva guadagnato dopo due giri la testa della gara. Era rimasto in testa per oltre sei giri ed al momento dello stop nella Penality Zone aveva un vantaggio sul Giappone di soli 5 secondi. Con la sosta di tre minuti passa immediatamente da una probabile vittoria ad un inatteso quinto posto superato oltre che dal Giappone anche da Itali 2, Spagna, e Messico.
- Cina 2, che al passaggio del testimone della terza frazione era in terza posizione, era stato costretto a rallentare con il suo atleta (gravato da 2 red cards) e al momento dello stop nella Penality Zone era in settima posizione. La sosta di tre minuti lo fa precipitare immediatamente in diciottesima posizione. Successivamente con un bel ricupero nell’ultima frazione, marciata su una media di 4:30/km, finirà undicesima, ma davanti ai compagni di squadra di Cina 1
- Cina 1 ha vissuto una situazione ancora più complessa. Fino ai 7km della terza frazione era in terza posizione con un distacco inferiore ai dieci secondi dalla testa della gara. L’improvvisa crisi del loro marciatore, fra l’altro gravato da 2 red cards, la fa precipitare in decima posizione all’ultimo cambio. L’ultima frazionista recupera progressivamente terreno. E’ in ottava posizione al momento in cui le viene notificata la terza red card che comporta uno stipo di 3 minuti a pochi metri dal traguardo. Finirà dodicesima.
Questi sono solamente tre degli episodi (per noi i più interessanti ed eclatanti) che sono dipesi da una mancata “solidità tecnica” durante la gara.
Ne potremmo citare tanti altri, ma lasciamo ai nostri lettori di cogliere loro stessi il senso di questi esempi andando a guardarsi attentamente i Summary della gara.
Nella successiva seguente tabella vengono indcate le ragioni del successo della squadra dell'Italia.
I numeri difficilmente (anzi quasi mai) mentono.
Ed in questo caso i numeri ci dicono con chiarezza quanto segue:
1.- il divario cronometrico fra i marciatori del Giappone e della Spagna nella prima frazione è evidente se lo si confronta con quello del marciatore dell’Italia
2.- le staffettiste donne si presentavano allo start con i seguenti persona best: ITA - Trapletti: 44:25 (2022); Giappone - Okada: 42:46 (2024); Spagna - Garcia-Caro: 43:50 (2022)
3.- nella seconda frazione però il miglior tempo è proprio quello dell’Italiana che guadagna 15 secondi sul Giappone e ben 56 secondi sulla Spagna
4.- alla partenza della terza frazione dietro al Brasile (leader) c’è un folto gruppo che comprende anche Cina e Cina 2 mentre Italia 2 e Spagna sono in ottava e undicesima posizione con ritardi di 46 secondi e 1:08
5.- nel corso della terza frazione, come abbiamo visto in precedenza, viene fermata Cina 2 che esce dal gioco per le medaglie, ma assistiamo anche ad un calo del frazionista del Giappone (Ikeda) che copre la sua seconda frazione in 40:26 a fronte dei primi 10km di gara che erano stati da lui percorsi in 39:46. Per contro fanno meglio di lui sia Fortunato (Italia 2) che copre la sua seconda frazione in 40:19 a fronte dei primi 10km di gara che erano stati da lui percorsi in 39:59, ma soprattutto Martin (Spagna) che copre la sua seconda frazione in 39:49 a fronte dei primi 10km di gara che erano stati da lui percorsi in 39:45.
6.- è in questa fase di gara che cominciano ad assumere un peso importante i cartellini rossi. Nelle prime dieci squadre infatti ne hanno due Brasile, Cina, Giappone, Spagna, Australia e Spagna 3. Ne hanno uno soltanto Messico, Spagna 2, Ukraina 3, Francia. Non ne ha nessuno Italia 2.
7.- Spagna pensa a mantenere le posizione ed a non rischiare: Garcia-Caro copre la sua quarta frazione in 45:43 a fronte dei secondi 10km di gara che erano stati da lei percorsi in 44:57
8.- Brasile è in testa fino ai 40km, ma con il fiato sul collo della frazionista del Giappone che è a 2 secondi. Qualche meccanismo si inceppa e arriva la terza red card e con essa si precipita dopo uno stop di 3 minuti in quinta posizione.
9.- Dura solo 1km la gara di testa del Giappone che ai 41km ha ancora un vantaggio di 3 secondi sulla rientrante Italia 2, che però nel corso dell’ultimo chilometro la supera e si invola verso la vittoria. gli ultimi 10km (e spiccioli) di Trapletti vengono coperti in 44:33, quelli di Okada in 45:10.
A nostro parere non ha vinto solo l'Italia. Ha vinto la squadra che ha presentato la maggiore “solidità tecnica” durante la gara. Saremmo stati ugualmente felici della vittoria di una qualsiasi altra squadra che avesse terminato i 42,195km nelle identiche consizioni tecniche.
Qualificate per i Giochi Olimpici di Parigi 2024
Cosa ci riserverà il futuro ?
Eravamo convinti che la scelta più ottimistica avrebbe portato ad un potenziale risultato intorno a 2:51:30, mentre quella più pessimistica potesse essere quella di un risultato intorno a 2:55.30.
Oggi francamente non siamo più così ottimisti. Non scommettere un Euro (o se preferite un Dollaro) su un tempo inferiore a 2:52:00.
Ci sentiremmo invece più coraggiosi nell’ipotizzare un risultato ai Giochi Olimpici tra i 2:54:30 ed i 2:55:30.
Ma per ottenere questa performance tutte le squadre dovranno dedicare la restante parte della stagione a riflettere un po’ meno sul cronometro ed un po’ più sulla “solidità tecnica”.
Quello che ci si aspetta è un giusto buon compromesso fra velocità e tecnica.
Un grande marciatore del passato usava dire: “Non è importante vincere, ma è più importante come si vince”.
Il tempo di 2:54:30 si può ottenere. Se qualcuno lo ottenesse (o magari lo migliorasse) nel modo in cui è stato ottenuto il 2:56:45 di Antalya, di certo avremmo assistito ad una gara spettacolare e non ci sarebbe più da temere per l’esclusione della marcia dal programma di Atletica.