10/02/2023   Francia e Italia: la solita storia dei parenti poveri






 

 

 

 

Ha fatto molto scalpore in Francia l'esclusione della marcia dai Campionati francesi di atletica leggera indoor, recentemente annunciati dalla Federazione francese di atletica leggera (FFA). I marciatori francesi sono rimasti molto sorpresi ed hanno espresso il loro disgusto. 

Come riportato dal quotidiano sportivo «L'Équipe» nell'edizione del 24 gennaio, la decisione di passare ai Campionati francesi di combinata e marcia, che si terranno l'11 e 12 febbraio a Val-de-Reuil, era stata ratificata in una riunione federale dell'8 novembre, ma contraddicendo le informazioni trasmesse qualche giorno prima agli atleti ai quali era stato garantito che la soppressione delle prove disciplinari dei Campionati Elite era fuori discussione.

 

Interrogato a metà gennaio dallo stesso quotidiano sportivo sull'esclusione della marcia dai Campionati Elite, il presidente della FFA, André Giraud, ha risposto affermando che in Francia ci sarebbe stato un campionato Elite su pista indoor, nell'ambito di un programma che coinvolge tutte le categorie della disciplina, unitamente alle prove combinate. E ha aggiunto che l'obiettivo era riunire tutta la famiglia della marcia nello stesso luogo.

Anche il direttore tecnico nazionale, Patrick Ranvier, ha lamentato incomprensioni e ha affermato che la federazione ha voluto attirare più attenzione sulla marcia, riunendo le famiglie della disciplina in una manifestazione comune. “Questo non per infastidire i marciatori, soprattutto perché la federazione considera la marcia un settore in piena crescita”, ha dichiarato, dopo aver sottolineato che la marcia non conta più per le competizioni indoor internazionali.

 

Le reazioni dei manifestanti francesi non si sono fatte attendere e si sono manifestate in un unisono ripudio della decisione della Federazione.

 

Il detentore del record mondiale sui 50 km, Yohann Diniz, ha detto di non aver capito come rimuovere le basi da una generazione come quella che ha attualmente la marcia francese. “I risultati parlano da soli, sia tra i marciatori d’elite che tra quelli più giovani. Stanno togliendo le uniche due competizioni con visibilità in Francia, i campionati elite indoor e outdoor, in cui si aggiunge l'atletica nel suo insieme. Da quando me ne sono andato, la nostra disciplina è stata bersaglio della più grande ingiustizia», ha detto, ricordando che il problema ora sentito sulla pista indoor coinvolge anche i campionati assoluti estivi.

 

Aurélien Quinion si sintonizza sulla stessa vena e cerca una spiegazione per la decisione della federazione. «Nei campionati élite indoor su pista, spesso le gare di marcia erano già programmate per la sessione domenicale, verso mezzogiorno, insieme alle combinate, quando sugli spalti c'è ancora pochissima gente, quindi non si può nemmeno dire che la marcia è molto noioso», commenta, prima di esprimersi, nonostante tutto, per nulla sorpreso dall'esclusione: «Da un lato, siamo in un momento in cui lo sport, la moda e gli spettacoli televisivi sono valorizzati. E ci rendiamo conto che la nozione di 'spettacolo' è il criterio della federazione. Quello che invece mi infastidisce e mi delude di più è che la mia federazione, che dovrebbe essere in prima linea nella difesa dei suoi atleti e delle sue discipline, sta contribuendo alla scomparsa della marcia».

 

E veniamo al Bel Paese. 

 

Per quanto ci è dato di sapere, fortunatamente in Italia, al momento questo problema non sussiste. Forse sarà l’effetto di Sapporo 2021 e delle due medaglie d’oro, ma anche nel Bel Paese la marcia non sembra essere ben voluta se non quanto arriva con il suo apporto di medaglie.

Rarissimi i meeting ad ospitare la marcia a livello outdoor, quasi inesistenti i premi per gli atleti di elite, e tanto altro. Insomma la storia si ripete.

 

I più vecchi tra noi però magari ricorderanno che dopo la vittoria di Maurizio Damilano a Mosca 1980 ci fu il solito periodo periodo buio anche in Italia con una serie di consiglieri federali che premevano per l’esclusione della marcia oltre che dalle gare indoor anche dai Campionati di Club.

In uno storico Consiglio Federale dell’epoca (anno 1985) svoltosi nella Sala Consolini della Fidal a Roma, il compianto allora presidente Primo Nebiolo, spazientito da queste insistenti e provocatorie richieste di eliminazione ne uscì in questa maniera.

Invitò tutti i consiglieri ad alzarsi ed a girarsi verso il fondp della sala dove sotto il vessillo italiano erano incisi tutti i nomi dei vincitori di medaglie doro olimpiche invitando i presenti a contare quante, fino allora, erano pervenute dalla marcia e concludendo dicendo “Ecco perchè la marcia deve restare nei Campionati di Club”.

 

In un attimo la sala ammutolì e si passò ad altri argomenti all’ordine del giorno. Rifacessimo ora quel giochetto, sarebbe ancora più interessante, visto che da allora qualche medaglia d'oro nella marcia è stata raccolta.

 

Coraggio amici francesi, non resta altro che prender atto che siamo amati solo per le medaglie che vinciamo !

Lo sappiamo che è una tristezza, e siamo con voi perchè vi comprendiamo.