06/08/2022   Sveglia Italia, riprendi in mano la tecnica prima che sia troppo tardi.






 

 

 

 

Un mese fa il 7 luglio a Gerusalemme iniziava il tour de force della marcia italiana ed europea che si concluderà con i Campionati Europei di Monaco fra una decina du giorni.

Ma già fin d’ora possiamo trarre delle conclusioni dal punto di vista tecnico, che magari non saranno quelle definitive in assoluto, ma di certo lo saranno per lo scenario giovanile.

 

Se una ventina d’anni fa le squalifiche e le red card ricevute dagli atleti italiani venivano considerate come un evento eccezionale, ora, salvo alcune eccezioni, sono purtroppo all’ordine del giorno.

Eliminiamo subito la possibilità di qualsiasi equivoco e diciamo che non stiamo parlando né di Antonella Palmisano, né di Massimo Stano, né di Francesco Fortunato, né di Valentina Trapletti.

 

Ma può un’Italia che oggi, e per due anni ancora, avrà l’onore di avere i due campioni olimpici della 20km in carica presentare un livello così basso dal punto di vista tecnico come quello attuale ?

Siamo (siete) disposti ad accettare che nell’ultimo mese su ben nove atleti presentati nelle gare internazionali (e di questi ben sei delle categorie giovanili) abbiano raccolto la bellezza di 23 cartellini rossi che poi si sono tramutati in due squalifiche ed altrettanti stop nella zona di penalità che, cerchiamo di ricordarcelo bene, fino a una decina di anni fa era squalifica ?

 

Leggiamo poi sulla stampa, sui siti web, (per non parlare di quel centro di disinformazione che si chiama Facebook) delle perenni scusanti sugli atleti italiani mentre si punta sempre il dito su quelli stranieri. Ma non leggiamo mai, e poi, mai nulla di quello che riguarda i nostri giovani. 

Perchè questa disinformazione? Paura di dire "pane al pane e vino al vino"?

 

Com’è possibile che questo avvenga?

Saranno forse tutti degli incompetenti quegli oltre venti giudici che in quattro manifestazioni diverse hanno sanzionato con 17 (si avete letto bene diciassette) sbloccaggi i nostri atleti?

L’avessero fatto per “fase di volo” avremmo anche potuto accettare dicendo a noi stessi: “ci hanno provato ad andare forte, ma non ci sono riusciti”, ma per il bloccaggio del ginocchio no.

Questo genere di errore deriva da una errata impostazione tecnica della marcia e da un movimento delle anche completamente da rivedere.

 

E se il giudice internazionale lo vede, allora lo sanziona, mandandoci questo forte messaggio: “Sveglia Italia, correggi i tuoi atleti”.

E questo messaggio in questo mese è risuonato in maniere frastornante nelle nostre orecchie per ben sei volte costandoci quattro soste in quello che noi chiamiamo il “purgatorio dei marciatori”.

 

Nelle due gare di ieri abbiamo ricevuto messaggi da tante parti del mondo che sostanzialmente dicevano questo: “Ma come fate a presentare una tale pochezza tecnica ad un Campionato Mondiale. Avete una storia di marciatori di alto livello da preservare”.

 

Il messaggio che ci ha fatto più male è quello di un amico straniero che ci ha fatto notare (ma non ce ne sarebbe stato bisogno, lo avevamo visto anche noi) che un nostro atleta, ben nascosto in mezzo al gruppo per oltre trenta minuti di gara, appena il gruppo si è aperto è stato sanzionato pesantemente.

Questo caro amico ha poi anche aggiunto un pensiero non certo favorevole a questo fatto.

 

Abbiamo provato vergogna, tanta, come non mai, per noi e per quello che il nostro Paese ha semmpre rappresentato nel mondo della marcia. Non lo nascondiamo.

 

Le colpe le abbiamo tutti.

A partire dai giudici del nostro “Bel Paese” mancanti di coraggio di squalificare nelle gare di casa, che però hanno una scusante: non sono loro ad insegnare il gesto tecnico. Continuando con i tecnici che cercano tutte le scusanti con un cronometro in mano per favorire il loro atleta, senza averlo prima bene impostato. A loro diciamo: prima o poi i nodi vengono al pettine. 

Il danno maggiore è quello di non voler accorgersi che se non si smette con questo scivolamento verso il basso non saremo più considerati una nazione leader.

 

Sveglia Italia, riprendi in mano la tecnica prima che sia troppo tardi.