11/08/2021   Altre analisi sui Giochi Olimpici (donne)






 

 

Come già fatto per gli uomini, oggi proponiamo ai nostri lettori la stessa analisi riferita però ai Giochi Olimpici femminili nella quale abbiamo messo in correlazione la tecnica di marcia espressa in termini di Paese con il numero delle medaglie vinte, ma soprattutto con il numero degli atleti nei primi otto.

 

Ricordiamo che per farlo abbiamo preso in considerazione il numero delle red cards ricevute da un singolo paese come segue:

a) Giochi Olimpici di Londra 2012

b) Giochi Olimpici di Rio de Janeiro 2016

c) Abbiano poi calcolato la media fra a) e b)

d) Giochi Olimpici di Tokyo 2020

e) Abbiamo infine calcolato la differenza

 

Nella tabella n. 1 qui sotto i nostri lettori troveranno i risultati.

 

 

 

 

 

Molto interessanti sono il numero totale delle red cards emesse dalle singole giurie (che ricordiamo erano molto omogenee con solamente qualche piccola variazione negli anni).

A fronte di 25 red cards (3 per ginocchio non esteso e 22 per mancanza di contatto) di Londra a Rio de Janeiro ne erano state emesse ben 52 (4 per ginocchio non esteso e 44 per mancanza di contatto). Il valor medio quindi delle due precedenti edizioni dei giochi olimpici è stato quindi di 44 red cards totali (5,5 per ginocchio non esteso e 33 per mancanza di contatto).

 

Innanzi tutto balza immediatamente agli occhi che nei Giochi Olimpici donne l’errore tecnico relativo alla mancata estensione del ginocchio rappresenta una percentuale minimale (8% a Londra, 15% a Rio; 11% a Tokyo): mediamente del 13%.

Immaginiamo, ma non abbiamo certezza, che questo sia dovuto alla maggiore facilità che le donne hanno, rispetto agli uomini, nel movimento delle anche che ricordiamo essere il principale “motore” per una corretta estensione del ginocchio.

 

Rispetto alla media dei due Giochi Olimpici precedenti, Tokyo non ha presentato una variazione che susciti qualche interesse di carattere statistico: le red cards sono state 47 (4 in meno di Rio), ed anche il numero di quelle relative all’estensione del ginocchio (5) e quello della fase di volo (39) sono lievemente diminuiti.

 

Anche interessante è inoltre notare che su 18 nazioni che hanno ricevuto con i loro atleti almeno una red card  ed escludendo quelle che non erano presenti nelle edizioni precedenti, la maggior parte ha registrato un miglioramento. Il miglioramento è stato però del tutto marginale se si escludono Korea (non presente a Tokyo) ed Ethiopia, la cui unica partecipante di era già fermata dopo un terzo di gara

 

Ci sembra però interessante spendere qualche parola su Cina, Spagna, e Italia. Le prime due hanno registrato un peggioramento rispetto alle due presenti edizioni, mentre l’Italia un lieve miglioramento. Tutte e tre queste nazioni sono però accomunate dal fatto che il il numero delle red card a carico dei loro atleti sono da correlare ad una singola atleta. 

Questo stesso ragionamento vale per Colombia, Russia, Grecia, Perù, Ecuador e soprattutto Brasile.

 

Mentre un po’ diversa è la situazione tecnica del Guatemala. E’ ben vero che rispetto alla media delle due precedenti edizioni si è registrato un lieve miglioramento, ma è altrettanto vero che se guardiamo le edizioni dei Giochi Olimpici in maniera a sé stante vedremo che l’errore tecnico nella mancanza del contatto negli atleti del Guatemala é purtroppo sempre presente, come pure lo abbiamo rilevato anche nell’analisi che abbiamo fatto per gli uomini.

 

 

Nella tabella n. 2 qui sotto i nostri lettori troveranno l'evoluzione delle medaglie e il numero degli atleti classificati nei primi otto (quelli che in gergo si chiamano "diplomi olimpici").

 

 
 

Anche nelle donne Paesi leader nelle donne sono sempre gli stessi (Cina, Spagna, Messico e Italia).

A loro vanno aggiunte negli ultimi anni Colombia e Brasile.

Non ci possiamo esprimere sulla Russia in quanto dopo Londra 2012 ha vissuto una situazione del tutto particolare.

 

Appare però molto chiaro che a Tokyo 2020, la Cina non ha raccolto le medaglie attese.

Nelle ultime tre edizioni dei Giochi Olimpici a rappresentare la Cina ci sono sempre state due atlete che hanno partecipato a tutte e tre le edizioni, mentre l'ultima selezione fatta a marzo a Huangshan ha portato un nome nuovo alla ribalta.

Proprio questo nome nuovo (del resto già presente ai Campionati Mondiali di Doha 2019) è stato quello che ha presentato i maggiori problemi tecnici, come a Doha.

Delle altre due atlete una probabilmente ha sofferto molto più delle altre il cambio di velocità effettuato a tre quarti di gara, mentre l'altra ha ottenuto comunque un onorevole bronzo.

Non si può sempre vincere nello sport; la norma è un'alternanza tra vittorie e sconfitte.

 

Per contro abbiamo assistito al grande salto di qualità dell'Italia, vincente sia negli uomini che nelle donne, ma della storia olimpica di Tokyio del Bel Paese, si sono già scritte bellissime pagine  in tutti i giornali sportivi del mondo.

 

Continuiamo infine cone quello che probilmente è il più interessante parametro da analizzare: la correlazione fra il numero migliori otto atleti rapportato ai dati economici consolidati di ogni Paese, usando come osservazione il posizionamento dei principali paesi indicati sopra rispetto al Gross Domestic Product (in sostanza il PIL) che è dato dalla seguente equazione:

 

GDP = consumi + spesa pubblica + investimenti + esportazioni nette

 
 
Country

 GDP in $

(billion x 1000)

Athletes

in first eight

  Athlete % 
Greece $ 231 1 231
Colombia $ 353 1 353
Mexico $ 1.320 1 1.320
Spain $ 1.350 1 1.350
Australia $ 1.480 1 1.480
Italy $ 1.886 1 1.886
China $ 14.722 2 7.361

 

 

Pare strano, ma anche nelle donne, i Paesi meno ricchi sono quelli che ottengono un rapporto per atleta più interessante.