17/05/2021   Podebrady (CZE): Il fair play di Tur e Ojala verso Agrusti






 

 

Sul fair play nello sport si sono scritti fiumi di storie, molte nelle quali anche nel “piccolo mondo antico” della marcia.

Chi, come noi, è un po’ avanti negli anni ne ricorderà quella che ha fatto epoca nel ciclismo: correva l’anno 1952 e sulla strada polverosa del Col du Télégraph (Galibier) al Tour de France si passarono una bottiglietta d’acqua (ma la storia poi disse borraccia) e lo scambio fu immortalato da Carlo Martini di Omega Fotocronache divenendo immediatamente uno dei più famosi del secolo.

 

 

 

 

Ma lo scambio dell’acqua nel mondo della marcia è un fatto ormai usuale fra atleti. 

Ieri a Podebrady abbiamo assistito al gesto di Maria Perez che passa l’acqua ad Antonella Palmisano (le Coppi e Bartali di ieri; ma lasciamo a voi di scegliere quale delle due sia o l’uno o l’altro). 

Antonella si rinfresca e poi restituisce a Maria che getta fuori dal percorso quella bottiglietta che ora non serve più a entrambe.

Le due si guardano, si sorridono, si parlano e poi continuano a darsele di santa ragione per quella vittoria tanto agognata.

 

Un po’ meno usuale è l’attesa del “walker” avversario dopo la vittoria.

Ricordiamo una attesa del 1980 a Mosca quando un certo Maurizio attese per qualche minuto a dispetto dei protocolli, un certo Giorgio.

Ma i due facevano di cognome Damilano e sono gemelli e Maurizio aveva appena vinto i Giochi Olimpici.

 

Negli ultimi anni questi gesti nei fair play sono tornati a far parte di un bellissimo costume.

Ad iniziare sono stati gli orientali:

 

Rio de Janeiro 2016: storico il siparietto fra Hirooki Arai e Evan Dunfee (uno che in quanto a fair play non ha da imparare da nessuno)

 

La Coruna 2019: molte volte abbiamo visto vincitore e vinto abbracciarsi dopo l'arrivo. Ma l’inchino di rispetto di Toshikazu Yamanishi nei confronti di Massimo Stano che risponde inchinandoci, secondo l'usanza del Giappone, meritava la palma della foto del giorno. Proprio per questo in seguito Massimo Stano si innamorava della cultura orientale e iniziava lo studio del giapponese.

 

 

 

 

 

Doha 2019: Liu Hong che aspetta l’eterna rivale e compagna di allenamenti Qieyang Shenjie e la giovane Yang Liujing dopo la storia tripletta per festeggiare assieme il 70° anniversario della Repubblica Popolare Cinese è un altro spaccato del fair play orientale.

 

Ma in un Campionato d'Europa, a nostra memoria, non si era ancora visto.

E ieri, alla fine della interminabile 50km, che un domani non lontano non avremo più, ancora uno Spagnolo, un Finlandese sono gli attori pronti a onorare il rispetto dell’avversario sconfitto (un Italiano), ma esultante per la sua performance.

 

Siamo riusciti a immortalare questo attimo e ci permettiamo di dare un voto (come si faceva a scuola) ai tre:

 

Marc Tur (ESP): 10 e lode, per la vittoria, per la bellissima marcia da manuale fatta vedere, per la distanza imposta dalla pandemia con il finlandese nell’attesa di oltre due minuti.

 

Aleksi Ojala (FIN): 9 per l’argento, per il risultato e per aver sconfitto la paura degli abbandoni e squalifiche negli anni passati

 

Andrea Agrusti (ITA): 9 anche a lui, per il bronzo, per il personal best frantumato di oltre 5 minuti, ma soprattutto per aver umilmente ascoltato i consigli tecnici nell’ultimo anno ricevuti e per averli messi in pratica.

 

Non è solamente la foto del giorno, ma è anche una lezione di umiltà dell’atleta che ha creduto nel suo allenatore.