Oggi è il 60° anniversario della Km. 50 marcia dei Giochi Olimpici di Roma che si svolse il 7 settembre 1960
1. Don THOMPSON (GBR) 4:25:30.0 OR
2. John LJUNGGREN (SWE) 4:25:47.0
3. Abdon PAMICH (ITA) 4:27:55.4
4. Alexsandr SHCHERBINA (URS) 4:31:44.0 (UKR)
5. Tom MISSON (GBR) 4:33:03.0
6. Alex OAKLEY (CAN) 4:33:08.6
7. Giuseppe DORDONI (ITA) 4:33:28.8
8. Zora SINGH (IND) 4:37:45.0
Parziali
Thompson: 10 Km. 51:39
20 Km. 1:43:36
30 Km. 2:37:31
40 Km. 3:31:40
Ljunggren: 10 Km. 52:30
20 Km. 1:44:45
30 Km. 2:38:05
40 Km. 3:31:46
Pamich: 10 Km. 53:07
20 Km. 1:46:19
30 Km. 2:40:51
40 Km. 3:33:40
Shcherbina:10 Km. -
20 Km. 1:44:36
30 Km. 2:38:29
40 Km. 3:33:46
Misson: 10 Km. -
20 Km. -
30 Km. 2:43:29
40 Km. 3:37:25
Oakley: 10 Km. 52.35
20 Km. 1:46:19
30 Km. 2:41:21
40 Km. 3:37:23
Dordoni:10 Km. 53:41
20 Km. -
30 Km. -
40 Km. -
Singh: 10 Km. 51:24
20 Km. 1:43:28
30 Km. 2:41:18
40 Km. 3:37:31
Highlight della gara: clicca qui
Gli iscritti furono 39, provenienti da 20 paesi.
Solo questa gara di Roma può contare la presenza, alla partenza, di ben 5 campioni olimpici di cinque edizioni consecutive dei giochi dal 1948 al 1964.
Il percorso era un lungo tracciato (25km) di andata e ritorno.
Dallo stadio Olimpico si percorrevano il lungotevere Maresciallo Cadorna, della Vittoria, Oberdan, delle Armi, Michelangelo Mellini, Castello, Gianicolense, Farnesina, Sanzio, Anguillara e Ripa) e poi, dopo aver attraversato il Tevere a Ponte Marconi, si proseguiva sulla Via del Mare fino ad Acilia da dove si svoltava per il ritorno attraverso la stessa via.
Don Thompson si era ritirato nel 1956 a Melbourne nel 1956 quando era in quinta posizione al 45° Km.
Si racconta che si allenò per i Giochi di Roma esercitandosi nel suo bagno con condizionatori elettrici ad una temperatura di 40° Celsius per simulare le condizioni di Roma.
Alla partenza i leaders furono Zora Singh, i due australiani Noel Freeman e Ron Crawford e Georgiy Klimov (URS). Precedevano di una quindicina di secondi Thompson e Norman Read, mentre Pamich era appena in nona posizione.
A metà gara la situazione era cambiata radicalmente. Freeman e Klimov erano già stati squalificati, Zora Singh e Ron Crawford avevano ceduto posizioni, con il risultato che venne a trovarsi in testa alla gara Don Thompson, seguito a 1:37 da Ljunngren che a sua volta era incalzato dal sovietico Shcherbina, mentre Pamich si trovava in settima posizione a 3:14 dall’inglese.
Tra il 25° ed il 35° Km. l’anziano marciatore svedese (Ljunngren avrebbe festeggiato il suo 41° compleanno due giorni dopo) produsse il suo massimo sforzo e riuscì a raggiungere e superare Thompson di 4”; lo seguivano Shcherbina a 1:04 e Pamich, che intanto era risalito in quarta posizione, a 3:27.
Gli altri marciatori, con Oakely in testa al gruppo, erano ad oltre 5 minuti.
Dordoni era 10° con un distacco di 8 minuti.
Al 40° Km. Thompson ritornò in testa alla gara, seppure solamente di 6”; Pamich nel frattempo aveva superato Shcherbina anch’egli di 6”.
Altri 5 Km. di testa a testa tra i primi due che marciavano a pochissimi metri di distanza in una gara che appariva drammatica e piena di pathos: al 45° Km. 1” divideva il britannico dallo svedese, e pure Abdon Pamich si era rifatto sotto avendo ridotto il suo distacco ad 1:18, ma la sua rimonta purtroppo sarebbe risultata tardiva.
Dopo il 45° Km. Thompson allungò ancora e riuscì a distanziare all’arrivo l’anziano rivale di 17”, mentre Pamich, che negli ultimi chilometri aveva ceduto un po’, conquistò il bronzo con 2:25.4 di distacco dal vincitore.
Il sovietico Shcherbina fu quarto ad oltre 6 minuti dal vincitore.
Giuseppe Dordoni, con una seconda parte di gara coraggiosa e bellissima, riusciva a chiudere in settima posizione.
Il terzo degli italiani fu Antonio De Gaetano, scomparso quest’anno pochi giorni prima dell’inizio dei Campionati Mondiali di Osaka, che terminò in 10° posizione ad oltre 15 minuti dal vincitore.
Dei 39 atleti partiti, cinque si ritirarono, mentre sei vennero squalificati.
Il pubblico romano fu il vero protagonista; tentò in tutti i modi di incitare Pamich, sembrava quasi volesse spingerlo verso quel successo olimpico che solamente quattro anni dopo avrebbe finalmente raggiunto.