Olympic Games - OG 1996 Maschile

Atlanta









Atlanta 1996 Atene aveva contrastato ad Atlanta l’Olimpiade del “Centennale”, ma aveva perso. In molti avevano sperato che il ricordo della storia avesse un suo peso specifico, ma non fu così. Le Olimpiadi emigrarono ancora una volta in territorio statunitense ed era la quarta volta. A distanza di 12 anni da Los Angeles gli USA ebbero di nuovo l’onore e l’onere di ospitare i Giochi Olimpici.
Vediamo cosa accadde.
 
Km. 20 marcia – 26 luglio 1996
1. Jefferson PEREZ (ECU) 1:20:07 
2. Ilya MARKOV (RUS) 1:20:16
3. Bernardo SEGURA (MEX) 1:20:23
4. Nick A’HERN (AUS) 1:20:31
5. Rishat SHAFIKOV (RUS) 1:20:41
6. Aigars FADEJEVS (LAT) 1:20:47
7. Mikhail SHCHENNIKOV (RUS) 1:21:09
8. Robert KORZENIOWSKI (POL) 1:21:13
 
Parziali
Perez: 4 Km. 16:49 8 Km. 32:59 12 Km. 48:57 16 Km. 1:04:45
Markov: 4 Km. 16:47 8 Km. 32:57 12 Km. 48:56 16 Km. 1:04:45
Segura: 4 Km. 16:47 8 Km. 32:59 12 Km. 48:57 16 Km. 1:04:45
A’Hern: 4 Km. 16:50 8 Km. 33:00 12 Km. 48:57 16 Km. 1:04:45
Shafikov: 4 Km. 16:47 8 Km. 32:56 12 Km. 48:41 16 Km. 1:04:45
Fadejevs: 4 Km. 16:51 8 Km. 32:59 12 Km. 48:57 16 Km. 1:04:45
Shchennikov: 4 Km. 16:49 8 Km. 32:57 12 Km. 48:56 16 Km. 1:04:52
Korzeniowski: 4 Km. 16:48 8 Km. 33:00 12 Km. 49:02 16 Km. 1:05:10
 
Gli iscritti furono 60, provenienti da 33 paesi.
Eravamo in presenza di una nuova generazione.
Quasi tutti i paesi avevano rinnovato il loro “parco atleti di punta” a cominciare dalla Spagna, che lo aveva già fatto in occasione delle precedenti Olimpiadi in casa di Barcellona 1992.
A vincere fu un nome nuovo, di un paese nuovo, che mai nessuno avrebbe preventivato: si proprio lui, quel Jefferson Perez , che quattro anni prima giovanissimo, a Barcellona si era ritirato ancor prima del 5 Km., e che, ancor sempre molto giovane, comincia, con questa vittoria, a scrivere delle pagine tra le più belle della marcia moderna, sia come numero di vittorie, sia come gesto tecnico.
Il tempo, che aveva destato molta preoccupazione per la sua previsione di calore, fu molto favorevole per i marciatori con una temperatura attorno ai 28°, anziché quella mediamente attesa di 31°.
Al primo checkpoint di controllo (4 Km) al comando era lo spagnolo Valenti Massana (16:46), ma siccome aveva ritenuto di doppiare anche sulla 50 Km. rinunciò ben presto nella sua azione, e concentrandosi come un particolare allenamento per la gara per lui più importante. Finirà 20° in 1:24:14. Il comando del gruppo viene quindi preso da Rishat Shafikov, ma agli 8 Km. il gruppo è ancora, sempre guidato da Shafikov, di 18 unità.
Subito dopo il gruppo si sfalda, ed al 16 Km. rimangono solamente in sette. Shafikov e Markov conducono a due chilometri dalla fine, ma Miguel Rodriguez (MEX) e Jefferson Perez (ECU) inseguono da vicino i due Russi.
Il messicano Rodriguez viene squalificato poco dopo quando mancano 1500 metri al traguardo.
Perez raggiunge Markov ad un chilometro dall’arrivo mentre l’azione di Shafikov si stava già affievolendo da qualche minuto.
Immediatamente Perez passa in testa e lascia sul posto un esterrefatto Markov. La gara è terminata: Markov si deve accontentare dell’argento, distanziato di circa 30 metri, mentre il bronzo va a l’altro messicano Bernardo Segura, a sua volta circa 25 metri dietro Markov.
 
E’ la prima di una grande serie di vittorie di Perez, ma è anche la prima medaglia Olimpica per l’Ecuador. Inoltre la gara va ricordata in quanto è la prima volta, e, ad oggi ancora l’unica, nella quale sei atleti, terminato io un lasso di tempo di 40 secondi: l’arrivo dei primi sei più ravvicinato della storia dei Giochi Olimpici.
 
Gli italiani deludono: totalmente fuori forma.
Erano partiti con una certa bellicosità, presentando il Campione del Mondo in carica (Goteborg 1995) Michele Didoni e Giovanni De Benedictis (3° all’arrivo a Goteborg, ma poi squalificato) come uomini di punta per la lotta per le medaglie, e come terzo uomo, il cinquantista (che avrebbe doppiato) Gianni Perricelli. Anche De Benedisctis avrebbe doppiato, ma la sua gara punta era la 20 Km. Fu un disastro. Il solo Perricelli ottenne un tempo attorno a quelli che abitualmente otteneva in Italia. Terminò la gara in 16° posizione in 1:23:41, poco davanti a Massana, con il quale avrebbe condiviso le fatiche della 50 Km. una settimana dopo. Giovanni De Benedictis, il bronzo di Barcellona, l’argento di Stoccarda, il più esperto della pattuglia terminò in un anonima 27° posizione in 1:25:22, tempo con il quale in quell’anno ai Campionati Italiani non si arrivava nemmeno in quinta posizione. Per Michele Didoni, il Campione Mondiale in carica, la giovane promessa della marcia italiana, la delusione fu ancor più cocente: 34° in 1:26:29 a più di 6 minuti da Perez.. Questo tempo rappresenterà per lui la sua 35° prestazione nella sua carriera. Non lo si sapeva ancora, ma la sua stella aveva brillato intensamente solamente per una stagione.

 

Km. 50 marcia – 2 agosto 1996 1. Robert KORZENIOWSKI (POL) 3:43:30 2. Mikhail SHCHENNIKOV (RUS) 3:43:46 3. Valenti MASSANA (ESP) 3:44:19 4. Arturo DI MEZZA (ITA) 3:44:52 5. Viktor GINKO (BLR) 3:45:27 6. Ignacio ZAMUDIO (GER) 3:46:07 7. Valentin KONONEN (FIN) 3:47:40 8. Sergey KOREPANOV (KAZ) 3:48:42 Parziali Korzeniowski: 10 Km. 46:20 20 Km. 1:31:37 30 Km. 2:16:12 40 Km. 3:00:06 Shchennikov: 10 Km. 46:44 20 Km. 1:32:14 30 Km. 2:16:48 40 Km. 3:00:34 Massana: 10 Km. 45:44 20 Km. 1:31:10 30 Km. 2:16:12 40 Km. 3:00:07 Di Mezza: 10 Km. 46:33 20 Km. 1:32:47 30 Km. 2:18:06 40 Km. 3:02:30 Ginko: 10 Km. 46:20 20 Km. 1:31:38 30 Km. 2:16:11 40 Km. 3:00:13 Zamudio: 10 Km. 46.20 20 Km. 1:31:38 30 Km. 2:16:13 40 Km. 3:00:07 Kononen: 10 Km. 46:20 20 Km. 1:31:42 30 Km. 2:16:13 40 Km. 3:00:07 Korepanov: 10 Km. 46:34 20 Km. 1:32:38 30 Km. 2:18:02 40 Km. 3:02:31 Gli iscritti furono 51, provenienti da 27 paesi. Robert Korzeniowski aveva vinto nel 1996 la prima edizione della Coppa Europa a La Coruna sulla 20 Km. e veniva dal terzo posto dei Campionati Mondiali di Goteborg 1995, dietro Kononen e Perricelli, ma soprattutto era riuscito a migliorare oltremodo la sua tecnica, che era stato il suo tallone d’Achille negli anni fra il 1992 ed il 1994, nei quali aveva subito una serie impressionante di squalifiche. Si presentava come uno dei favoriti della gara, forse il favorito, perché non si conosceva come avrebbero reagito Shchennikov e Massana (il primo in particolare) alle fatiche della 20 Km., anche se era trascorsa una settimana. Massana cercava il successo; aveva condotto la gara con 35 secondi di vantaggio al 10 Km. e con 27 secondi al 20 Km. su Korzeniowski, che però, in compagnia di Ginko (BLR) e Tim Berrett (CAN), lo aveva ripreso poco prima del 30 Km. Altri quattro atleti erano in pochi secondi, ma dopo il 40 Km. solamente Korzeniowski, Massana, Zamudio e Daniel Garcia (MEX) facevano parte del gruppo di testa con Viktor Ginko a 25 metri di distanza. A 7 km. dall’arrivo Korzeniowski sferra l’attacco finale, che risulta essere quello vincente, e riesce a tenere a distanza il russo Shchennikov, specialista sia della 10 che della 20 Km. Shchennikof, che veniva dalla terza posizione del 40° km. riesce verso il 48° Km. a superare un affaticato Massana, ed a recuperare negli ultimi 10 Km. 12 secondi a Korzeniowski. Non basta: Korzeniowski vince e comincia un’epoca, ma ancora non lo si sa. Gli italiani: luci ed ombre. Molto bene Arturo Di Mezza, che terminò in recupero in quarta posizione. Per un momento sembrò aver ottenuto il bronzo, perché Massana, che comunque era gravato da due proposte di squalifica, non era apparso nell’ordine d’arrivo, ed immediatamente si era sparsa la voce di una sua squalifica, cosa per altro destituita di ogni verità. Con il tempo di 3:44:52 aveva ottenuto quella che per lui è stata la sua miglior prestazione della carriera sulla 50 Km.. Non avrebbe potuto arrivare ai Giochi Olimpici in maniera migliore: l’unico rammarico il recupero, forse un po’ troppo tardivo. Con un po’ di più spregiudicatezza forse sarebbe riuscito a colmare il gap di 33” che alla fine della gara lo separava dal bronzo. Così così Gianni Perricelli. Il vicecampione del Mondo in carica condusse una gara sempre nelle posizioni di media classifica, senza mai emergere. Forse aveva pagato troppo la fatica della 20 Km., ma pur Massana era riuscito a reagire in maniera differente. Perricelli terminò in 13° poisizione in 3:52:31 che per lui avrebbe poi rappresentato la 9° prestazione della sua carriera. Decisamente in ombra Giovanni De Benedictis che aveva preferito abbandonare la contesa. Il tempo di quell’anno da lui ottenuto a Napoli (3:49:17) rappresentava un miraggio, che comunque non lo avrebbe fatto arrivare nemmeno fra i primi otto.