Olympic Games - OG 1980 Maschile

Mosca









L’Unione Sovietica, dopo la bocciatura per l’organizzazione dei Giochi Olimpici del 1976, nella sessione del CIO di Vienna (17.10.1974) riuscì a prevalere con una larghissima maggioranza di voti su Los Angeles.

Durante i festeggiamenti per la vittoria a base di vodka e molto caviale cominciò a far breccia la preesistenza di un tacito accordo politico fra Breznev e Nixon per l’assegnazione, appunto dei Giochi del 1980 a Mosca.

Vera o meno sia stata questa combinazione politica, fatto sta che durò pochissimo in quanto già nel 1979 nubi nere si addensarono sui Giochi: la disputa fu un incontro di rugby di una squadra multirazziale di rugbisti sudafricani con una squadra inglese.

Ma la cosa che fece precipitare la situazione fu l’intervento sovietico in Afghanistan, con la condanna degli USA che fece da traino al fatto che molti Paesi optarono per la rinuncia ai Giochi, e furono ben 29.

Altri 16, tra i quali l’Italia, scelsero la soluzione di partecipare e sfilare dietro la bandiera del CIO e non con quella nazionale.

Tuttavia furono presenti 81 nazioni.

L’Italia lasciò a casa i militari, e per la marcia fu come un grosso pugno allo stomaco.

Ma passiamo alle gare.

Vediamo cosa accadde.

Km. 20 marcia – 24 luglio 1980

1. Maurizio DAMILANO (ITA) 1:23:35.5 OR
2. Pyotr POCHENCHUK (URS) 1:24:45.4 (BLR)
3. Roland WIESER (GDR) 1:25:58.2
4. Yevgeniy YEVSYUKOV (URS) 1:26:28.3 (RUS)
5. José MARIN (ESP) 1:26:45.6
6. Raul GONZALEZ (MEX) 1:27:48.6
7. Bohdan BULAKOWSKI (POL) 1:28:36.3
8. Karl–Heinz STADTMULLER (GDR) 1:29:21.7

Parziali

Damilano: 5 Km. 20:36
10 Km. 41:25
15 Km. 1:02:15

Pochenchuk: 5 Km. 20:36
10 Km. 41:25
15 Km. 1:02:18

Wieser: 5 Km. 20:57
10 Km. 42:17
15 Km. 1:04:25

Yevsyukov: 5 Km. 20:35
10 Km. 41:36
15 Km. 1:03:23

Marin: 5 Km. 20:36
10 Km. 41:54
15 Km. 1:04:18

Gonzalez: 5 Km. 20:36
10 Km. 42:23
15 Km. 1:04:45

Bulakowski: 5 Km. 21:18
10 Km. 43:18
15 Km. 1:05:42

Stadtmuller: 5 Km. 21:06
10 Km. 43:11
15 Km. 1:06:01


Gli iscritti furono 34, provenienti da 20 paesi.

Dei 34 partiti 25 terminarono la gara. Dei 9 che non terminarono la gara 7 furono squalificati.

Il campione uscente Daniel Bautista ed il compagno di squadra Domingo Colin impressero un’andatura sostenuta con passaggi al 5 km. in 20:35 ed a metà gara in 41:25, con il sovietico Anatoliy Solomin, Pochenchuk e Damilano nel gruppo di testa.

Solomin e Bautista avevano guadagnato un gap di circa 10” al 15 Km. (1:02:05), mentre Domingo Colin era stato il primo dei principali squalificati per mancanza di contatto, sorte seguita subito dopo dal tedesco Heyer e dal cecoslovacco Bencick.

L’andatura di Bautista e Solomin cominciava però, dopo il 15 Km. a creare qualche perplessità e subirono la squalifica per lo stesso motivo, seguiti quasi immediatamente da un altro nome illustre: quello dello svedese Bo Gustavsson, lasciando Damilano solo in testa.

Vinse con 50 secondi su Pochenchuck che a sua volta lasciò a più di un minuto il tedesco dell’Est Roland Wieser.

Damilano aspettava sulla pista l’arrivo del gemello Giorgio che si piazzò 11° in 1:33:26 per abbracciarlo e ricevere le sue congratulazioni: furino i dieci minuti tra i più intensi della sua vita, ebbe in seguito a dichiarare.

Ma vediamo una cronaca molto più dettagliata dal racconto dell’attuale Chairman del IAAF Race Walking Committee:

Ripercorrere la gara di Mosca, in quelle olimpiadi che segnarono per sempre la mia vita di sportivo, è un ricordo piacevole e dolce.

Quel 24 luglio del 1980 mi presentavo ai miei primi Giochi con la consapevolezza di essere uno dei possibili marciatori in grado di giocarsi una medaglia olimpica. A 23 anni anche un bronzo per me sarebbe stato un successo e, nonostante una stagione in crescendo e risultati di allenamento alla vigilia impressionanti (l’ultimo test fu un 5000 in pista che marcia in 19’06” facendo meglio in allenamento di quello che allora era il record del mondo sulla distanza), tutti consideravamo Daniel Bautista il grande favorito e dietro eravamo in 3-4 atleti accreditati a batterci per le altre medaglie.

I messicani però si presentarono in una condizione generale non ottimale (lo dimostrarono entrambe le distanze ed in particolare la 50 Km) e soprattutto tecnicamente involuti, incapaci di dettare il loro solito forcing.

La squalifica di Bautista verso il 17° chilometro mi spianò poi la strada per il successo, anche perché quella del sovietico Solomin fu ininfluente in quanto lo stavo raggiungendo proprio quando fu anche lui squalificato.

Si gareggiò in una giornata calda ed afosa in un orario pomeridiano che certamente era stato scelto pensando ad un clima più tipicamente nordico.

L’avvio di Bautista fu immediatamente veloce ma non così impossibile come in altre occasioni. Nonostante ciò dopo 5 Km eravamo rimasti un gruppettino già ristretto ed a metà gara non eravamo più di 6-7 atleti per giocarci le medaglie.

Io stavo bene e seguivo soprattutto Bautista e Solomin che erano i due più esperti.

La gara, pur senza sussulti particolari di ritmo, continuava a fare selezione a causa delle condizioni climatiche, e lungo le sponde del fiume Moldova il gruppettino di testa si ridusse a 3 persone poco dopo il 15° chilometro.

La medaglia era ormai certa visto che stavo ancora tranquillo sul mio passo e ricordo che il mio solo pensiero era rivolto a cercare di marciare il meglio possibile e con la maggior scioltezza riuscissi ad ottenere.

La squalifica a 300 metri dal traguardo subita l’anno prima in coppa del Mondo, quando ero secondo dietro a Bautista, mi accompagnava e mi diceva di essere cauto.

Fu per questo motivo che, anche in virtù dei consigli del grande Pino Dordoni a bordo strada, quando Bautista diede un’improvvisa e violenta accelerazione non lo seguii immediatamente pensando di provare a rientrare eventualmente in progressione.

Solomin resistette 300/400 metri a quel ritmo e si staccò.
Eravamo ormai all’ultima boa del percorso in circuito e si iniziava il ritorno verso lo stadio Lenin.

Mancavano 2,5 Km. Il vantaggio di Bautista era di circa 15 secondi e Solomin si trovava a 30/40 metri da me. Pensai che ce la potevo ancora fare perché in 1 chilometro non mi avevano più guadagnato quasi nulla, anzi Solomin stava perdendo terreno e lo vedevo avvicinarsi.

Quando vidi Bautista fermato dalla bandierina rossa del giudice capo (il polacco Kirkor) capii che era la mia grande occasione.

Solomin era ormai a poco più di 20 metri mentre marciavamo all’interno del parco dello Stadio tra gli stretti vialetti che ci avrebbero condotti alla pista olimpica lungo un muro di gente che applaudiva continuamente.

Stavo pensando a quale tattica utilizzare non appena avessi raggiunto il sovietico che ormai mi precedeva di pochi secondi. “Aspetto un attimo o lo attacco subito”?

Ma non fu necessario fare nulla.

Solomin si fermò di botto davanti al simbolo della squalifica e marciai quegli ultimi 5 minuti prima di arrivare allo stadio con il cuore in gola per l’emozione e ancor più perché non sapevo quale fosse la reale situazione alle mie spalle non avendo la possibilità di avere informazioni.

Non volevo voltarmi, per non dare ad un eventuale uomo in rimonta l’impressione di essere stanco, e quando entrai nello stadio alzai lo sguardo al video-screen continuando a fissarlo sino a quando mi trovai sul rettilineo di arrivo.

A quel punto vidi spuntare sullo schermo l’altro sovietico Pochenchuk ed ebbi la certezza di avercela fatta. Primo e con il record olimpico che migliorava di quasi 1 minuto quanto fatto da Bautista a Montreal.


E veniamo alla gara della 50 Km.


Km. 50 marcia – 30 luglio 1980

1. Hartwig GAUDER (GDR) 3:49:23.4 OR
2. Jordi LLOPART (ESP) 3:51:25
3. Yevgeniy IVCHENKO (URS) 3:56:32 (BLR)
4. Bengt SIMONSEN (SWE) 3:57:08
5. Vyachelsav FURSOV (URS) 3:58:32 (RUS)
6. José MARIN (ESP) 4:03:06
7. Stanislaw ROLA (POL) 4:07:07
8. Willi SAWALL (AUS) 4:08:25

Parziali

Gauder: 10 Km. 44:41
20 Km. 1:29:35
30 Km. 2:14:52
40 Km. 3:01:47

Llopart: 10 Km. 45:11
20 Km. 1:29:35
30 Km. 2:16:23
40 Km. 3:03:17

Ivchenko: 10 Km. 44:41
20 Km. 1:29:44
30 Km. 2:17:45
40 Km. 3:06:39

Simonsen: 10 Km. 47:07
20 Km. 1:33:54
30 Km. 2:20:37
40 Km. 3:07:09

Fursov: 10 Km. 45:15
20 Km. 1:29:44
30 Km. 2:18:19
40 Km. 3:08:08

Marin: 10 Km. 45.11
20 Km. 1:31:11
30 Km. 2:18:48
40 Km. 3:11:04

Rola: 10 Km. 47:53
20 Km. 1:35:10
30 Km. 2:22:51
40 Km. 3:13:05

Sawall: 10 Km. 45:14
20 Km. 1:32:59
30 Km. 2:24:58
40 Km. 3:18:20


Gli iscritti furono 27, provenienti da 14 paesi.

Il tasso di drammaticità della gara fu molto alto con 12 dei 27 atleti partenti o ritiratisi (8) o squalificati (4).

Hartwig Gauder e Yevgeniy Ivchenko iniziarono la gara abbastanza velocemente, passando al 5 Km. in 22:45 con un gruppo di otto marciatori alle loro spalle, ma già al 10 Km. i due leaders avevano 30” di vantaggio.

Il campione europeo Jordi LLopart, i due messicani Daniel Bautista e Raul Gonzalez, Boris Yakovlev (URS) e Dietmar Meisch (GDR) erano subito dietro i battistrada al 20 Km.

Gonzalez allora prese la testa con a Gauder e, al 30 Km. i due viaggiavano assieme davanti a Yakovlev, ma con un vantaggio di 1:26 su Llopart e Meisch.

Bautista si era già ritirato, e Yakovlev avrebbe sofferto la stesso destino di perdere drammaticamente contatto dai primi poco dopo.

Gonzalez Aveva perso qualcosa al 30 Km., ma la vera crisi era in atto e tra il 30 Km il il 40 Km soffrì in maniera impressionante prima del ritiro poco dopo il 40 km, quando aveva ormai oltre 20 minuti di distacco da Gauder.

Nel frattempo, sia Meich che Yakovlev erano stati squalificati e Gauder arrivò allo stadio tranquillo vincitore con due minuti su Lllopart, battendo il record Olimpico di Kannemberg di quasi sette minuti.